lunedì 18 ottobre 2010

Il ricordo della battaglia di Lepanto

Giovedì scorso, 7 ottobre, ricorreva il 439° anniversario della vittoria della Lega Santa sull’impero Ottomano nella celebre BATTAGLIA DI LEPANTO.



Tale battaglia è di estrema importanza per l’Europa e l’Occidente per due motivi: da una parte perché l’Europa diede una straordinaria dimostrazione di unità proprio in un momento di forti divisioni interne riuscendo ad accantonare i conflitti politici ed economici in corso, riconoscendosi come una sola entità minacciata dall’invasione ottomana.

Dall’altra parte invece, la vittoria fu fondamentale perché permise di preservare l’identità cristiana nella quale l’Europa si riconobbe in quell’occasione, rispondendo alla chiamata di Papa San Pio V.

Nel ricordo di quella decisiva battaglia occorre che tutti e non solo alcuni ritrovino lo spirito di difesa della nostra terra, della nostra cultura e della nostra identità, perché in realtà il pericolo non è scongiurato, siamo ancora minacciati da una invasione che, non riuscita allora con la spada si ripropone oggi con i gommoni e quel che è peggio l’Europa non vuole e non è in grado riconoscerla come tale.

Ma mentre noi abbiamo perso la consapevolezza della necessità di difendere casa nostra, altri continuano senza sosta a colonizzarci impadronendosi, per ora, di piccole zone di paesi o quartieri di grandi città, applicando nel silenzio, nella nostra indifferenza e in nome di una integrazione che non c’è, barbare tradizioni e usanze tribali, come l’infibulazione, i matrimoni combinati, la poligamia o più diffusamente la sottomissione della donna.

Non solo questo, creano falsi centri culturali (come dimostrano i casi di Macherio e Giussano) che fungono da incubatrici per i terroristi.

Diversi sono i segni dell’avanzata dell’invasione: ricordando ciò che disse pochi anni fa un esponente dei fratelli musulmani: “con le vostre leggi democratiche vi conquisteremo, con le nostre leggi religiose vi domineremo”, la mente non può non andare alla presentazione di una lista composta da soli candidati di fede islamica denominata “Milano nuova”.

Ecco, questo è quello che non vogliamo. Noi non vogliamo una “Milano nuova”, cioè un’altra Milano, ma vogliamo che Milano, la Brianza, la Lombardia e l’Europa ritornino ad essere ciò che sono sempre state, come 439 anni fa: fieri e consapevoli di difendersi dall’invasore per restare padroni a casa nostra.







Il Consigliere Paola Gregato