lunedì 14 giugno 2010

Adesione alla campagna per la difesa della libertà e per la tutela dei diritti umani a Cuba

Premesso che:



 nel 1998 l'ingegnere cubano Oswaldo Payá, vincitore del premio europeo Sacharov per i diritti umani nel 2002, ha promosso il cosiddetto “Progetto Varela”;



 tale progetto, facendo leva sulle norme costituzionali cubane sui referendum, si proponeva di raccogliere le 10.000 firme necessarie per permettere ai cittadini cubani di esprimersi su alcune riforme cruciali: le libertà di espressione, associazione e impresa, il multipartitismo, la liberazione dei prigionieri politici;



 l'iniziativa di Payá raccolse un enorme successo raccogliendo in poco tempo molte più firme del dovuto;



 la richiesta di referendum, presentata in Parlamento, fu respinta, costituendo una provocazione inaccettabile per il regime di Fidel Castro;



 il 18 marzo 2003 agenti della Seguridad del Estado cubana prelevarono dalle loro case decine di dissidenti al regime castrista, i quali furono arrestati e successivamente condannati a lunghe pene detentive;



 le persone arrestate erano quasi tutte militanti del Movimento promotore del “Progetto Varela”, attivisti della democrazia, ma anche semplici giornalisti che avevano appoggiato la causa democratica, attivisti per i diritti umani, esponenti del mondo delle professioni.



 da allora diverse fonti denunciano durissime condizioni di detenzione cui gli i dissidenti sarebbero sottoposti.

Preso atto che:



 uno dei dissidenti detenuti, Orlando Zapata Tamayo, uno dei 55 prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International a Cuba, arrestato nel marzo 2003 e condannato a 36 anni di carcere per reati diversi fra cui “vilipendio della figura del Comandante” Fidel Castro, il 3 dicembre 2009 ha cominciato uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni detentive;



 il 23 febbraio 2010, dopo 85 giorni di sciopero della fame, Orlando Zapata Tamayo, muore all'età di 44 anni;



 dopo la morte di Orlando Zapata Tamayo, un altro dissidente – il giornalista Guillermo Farinas – è in sciopero della fame da un mese e mezzo per protestare contro la morte di Zapata e per chiedere la liberazione dei prigionieri politici;



 da fonti diverse si apprende che altre decine di dissidenti sarebbero pronti ad affiancare Farinas nello «sciopero della fame» sino alle estreme conseguenze;



 più fonti dichiarano inoltre che, oltre a quella dei prigionieri, anche la vita degli attivisti del “Progetto Varela” che sono in libertà risulta essere insostenibile, segnata da vessazioni, manifestazioni sotto casa, pedinamenti, minacce ai familiari, atti di violenza.



Considerato che:



 all'indomani della morte di Orlando Zapata Tamayo a seguito dello sciopero della fame, Amnesty International ha sollecitato il presidente cubano Raúl Castro a rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutti i prigionieri di coscienza;



 Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International sui Caraibi, ha dichiarato: "Questa tragica morte illustra in modo terribile la disperazione dei prigionieri di coscienza di Cuba, che non hanno la speranza di vedere la fine di un'iniqua e prolungata detenzione. Il fatto che Orlando Zapata Tamayo non vedesse altra forma di protesta se non lasciarsi morire di fame è un terribile segnale della costante repressione nei confronti dei dissidenti politici cubani. La sua morte evidenzia l'urgente necessità che Cuba inviti esperti internazionali sui diritti umani, affinché verifichino il rispetto delle norme in materia, in particolare il Patto internazionale sui diritti civili e politici".



 in merito alla situazione attuale, il portavoce della sezione italiana di Amnesty International, Riccardo Nouri, ha dichiarato: “Oggi, dopo sette anni, possiamo dire che la situazione è forse peggiore di allora perché dei 75 prigionieri di coscienza che Amnesty International adottò allora solo una ventina circa sono stati rilasciati. E sono stati liberati solo per una mera questione di salute e non perché siano stati riconosciuti innocenti in un processo d'appello. Oggi 55 persone sono in carcere da sette anni, in condizioni detentive dure e senza la possibilità di ricorrere in appello.”

Richiamati:



 l'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che recita “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione”;



 l'articolo 2 della Costituzione Repubblica Italiana che recita “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”.



Rilevato che:



 da lunedì 12 aprile 2010 il dott. Aldo Forbice, autore e conduttore del programma quotidiano del Giornale Radio di RAIUNO “Zapping”, ha promosso una campagna il cui obiettivo è la produzione di informazione continua del tema in questione, sostenuta da importanti personalità del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo e della società civile, al fine di sensibilizzare la pubblica opinione in merito al rispetto dei diritti umani a Cuba ed alla liberazione dei prigionieri politici nell'isola caraibica;



 la campagna sopra menzionata è sostenuta con la collaborazione diretta del gruppo in Italia “Unione per le Libertà a Cuba”;



 centinaia fra intellettuali, giornalisti e dissidenti hanno inviato le loro adesioni da Cuba e da altri paesi dell’America latina, dagli U.S.A., dalla Spagna e da diverse città italiane;



 alla suddetta campagna hanno già aderito i quotidiani «Il Resto del Carlino», «La Nazione», «Il Giorno» e «Il Giornale di Sicilia»;



 sono oltre 5000 le adesioni sin qui ricevute, da tutto il mondo



Tutto ciò premesso, considerato e richiamato



I L C O N S I G L I O P R O V I N C I A L E D I M O N Z A E D E L L A B R I A N Z A



D E L I B E R A



di aderire alla campagna per la difesa della libertà e dei diritti umani a Cuba promossa dal Direttore di “Zapping” Aldo Forbice.

Paola Gregato